La nostra parte fisica è lo strumento per vivere la realtà quotidiana e l’attenzione al corpo è di grande importanza nel rispetto di noi stessi.
Possediamo un corpo e dal momento che una persona vive in esso dovrebbe prendersene cura, il che implica non rimpinzarlo con cibo superfluo, ma neppure renderlo affamato. Se lo abbiamo a cuore dovremmo ascoltare le sue richieste, allenarlo, farlo riposare quando è stanco, dovremmo rispondere alle indicazioni che da esso provengono.
Il corpo è un indicatore (una spia) che ci fa notare ciò che non va nel nostro modo di pensare, di affrontare la vita e quando la malattia giunge a noi, non ci dobbiamo contrapporre ad essa, non ci dobbiamo attivare per scacciarla, perché non è un elemento estraneo da vincere, è un fenomeno da capire, un’occasione per comprendere come ci stiamo danneggiando.
Il corpo non è una macchina, ma l’elemento dove si esprimono in maniera concreta le imperfezioni, le difficoltà, gli attaccamenti, i difetti, e anche le virtù; costituisce quindi la sostanza privilegiata delle nostre trasformazioni, il luogo della metamorfosi. Se ci mettiamo in sintonia con il corpo, lui starà meglio, il problema infatti si crea se non si è in comunicazione con esso, non lo si ama, quando non si ama quella parte che pure ci appartiene, ci riflette per ascoltarla. I disturbi giustificano quasi sempre i propri comportamenti, evidenziano le rabbie, i rancori e rappresentano i pensieri. Curarsi allora non deve essere sinonimo di medicina da prendere, ma deve diventare un’appassionante indagine su se stessi. Il disturbo fisico richiama ad un cambiamento che viene invece rimandato, spinge ad una presa di coscienza a cui si sta resistendo, conduce ad aprire una porta che non si potrà più richiudere.
Dimentichiamo invece la salute e ciò che in noi funziona, gli organi che stanno compiendo in modo prezioso il loro lavoro, non prestiamo attenzione alle parti in cui la vita fluisce e non le apprezziamo.
Il corpo può diventare addirittura il nostro nemico e chi mai si cura del nemico?
Se smettiamo di ascoltarne i messaggi, se lo evitiamo o lo combattiamo, se siamo in guerra con lui, lo siamo con noi stessi. Le innumerevoli malattie che noi sappiamo generare, non sono altro che guerre in corso contro di noi. Siamo noi che creiamo i problemi, il corpo non li attiva, è la mente che devia e crea i disturbi.