Aquilegia (Aquilegia vulgaris)
La pianta
Nei pascoli montani o nei boschi a una certa altitudine s’incontra l’aquilegia(Aquilegia vulgaris): il rimed..., un vero capolavoro della natura. I cinque sepali, simili ai petali, si prolungano all’ indietro con lunghi speroni, cosicché solo i calabroni riescono a entrare per succhiarne il nettare. Ai sepali si alternano i petali, che insieme formano un’elegante forma stellata, mentre gli stami costituiscono una colonna che emerge nel centro del fiore. Il fiore che è stato scelto per preparare il rimedio Flos Animi è azzurro-violetto, ma ne esistono altre varietà di differenti colori, le cui proprietà non sono state da me evidenziate. Il nome scientifico pare provenga da aquilegium, un recipiente in cui nell’ antica Roma si conservava l’acqua (e la forma del fiore ricorda tale oggetto); oppure lo si fa derivare da “aquila”, per gli sproni simili ai rostri degli uccelli da preda. In alcune regioni la raccolta di questo fiore, come di altri fra i 18, è vietata; occorre l’autorizzazione delle autorità locali per cogliere i pochi steli necessari a energizzare l’acqua. In ogni caso, non si può mai strappare un dono che la terra elargisce per il nostro benessere e per la nostra crescita in consapevolezza; tutti i fiori della serie Flos Animi sono stati colti in quantità minime, nel pieno rispetto della salvaguardia delle varie specie e della biodiversità, e solo per l’elevazione e l’evoluzione dell’uomo. Una famosa storia zen esprime il rispetto e l’amore che si dovrebbero sempre portare alla natura. Il racconto parla di un re che un giorno ordinò al suo falegname un tavolo di legno. Il vecchio e saggio falegname rispose che avrebbe avuto bisogno di tempo per accontentarlo, dopodiché scomparve nella foresta per tre giorni. Quando si rifece vivo il re espresse il suo disappunto per il lungo tempo impiegato solo per trovare un semplice pezzo di legno. Allora il falegname rispose: “A volte servono tre giorni, a volte tre mesi o anche tre anni: questa è un’arte difficile”. Il re pretese spiegazioni più dettagliate. Così l’uomo cominciò: “Per prima cosa devo iniziare a digiunare, perché solo quando sono a digiuno la mia mente rallenta, in tal modo tutti i pensieri scompaiono e con essi scompare anche l’aggressività. Quando ho cessato di essere violento, ecco che appare la quiete e poi l’amore, che ha tutto un altro genere di vibrazione”. E continuò: “Quando sento questa vibrazione, vado nella foresta, perché solo allora posso trovare l’albero giusto, dialogare con lui e sapere se è disposto o no a diventare un tavolo. Questa disposizione può essere percepita solo quando sono nell’ amore . Mi siedo al suo fianco e gli chiedo il permesso e se l’albero risponde con un sì, lo taglio, altrimenti chi sono io per tagliare i suoi rami o il suo tronco?”.
Le proprietà del rimedio
È il rimedio per le persone orgogliose, che erigono vere e proprie barriere nei confronti di chi è loro vicino. Spesso fiere e severe verso se stesse e verso gli altri, hanno difficoltà nei rapporti interpersonali, perché si credono migliori o superiori. Tale convinzione le porta all’ isolamento e a vivere nella prigione dorata da loro costruita.
Colui che può ricevere giovamento dalle vibrazioni del fiore dell’aquilegia(Aquilegia vulgaris): il rimed... è proprio la persona che per presunzione non saprebbe certo sedersi accanto a un fiore e umilmente chiedere il permesso di raccoglierlo, rischiando una risposta negativa. È consigliato quindi a coloro che, per esagerata valutazione dei propri meriti e delle proprie qualità, si considerano superiori.
Il senso di superiorità è una manifestazione dell’ego, che porta a svalutare gli altri e quindi a non apprezzarne le ricchezze o qualità e a non beneficiarne. Lo si raccomanda perciò a chi è chiuso a tutto quanto potrebbe essere a lui superiore, perché non lo vede, mentre guarda sempre con sufficienza l’inferiore.
È molto difficile aiutare un orgoglioso, che può arrivare anche a distruggere se stesso, a danneggiarsi miseramente per non aver voluto ricevere aiuto, in quanto non desidera mai far sapere agli altri di averne bisogno.
A volte una persona di questo tipo deve continuare a soffrire, prima di cedere, perché manca di umiltà, grazie alla quale potrebbe espandere il proprio essere verso ciò che invece non sa apprezzare.
Superiorità e inferiorità sono due lati dell’ego e la persona che si considera superiore nutre nel profondo anche un complesso di inferiorità che è parte dell’orgoglio stesso; viceversa, la persona che soffre di un complesso di inferiorità sovente, in profondità, si sente superiore.
Equilibrio e salute vengono a noi quando smettiamo di confrontarci con chi è più bello o più brutto, con chi è più ricco o più povero, più o meno intelligente, quando rimaniamo semplicemente noi stessi, né superiori, né inferiori.
La natura ci è maestra anche in questo: nei boschi troviamo il maestoso albero centenario vicino all’esile pianta che vive solo una stagione, ci imbattiamo in piccolissimi fiori mentre altri sono vistosi, possiamo osservare e ci possiamo rallegrare per una varietà di aspetti che appartengono tutti alla creazione e tutti contribuiscono alla sua grandezza.
Normalmente è considerata verità ciò che pensiamo, cioè una “forma” emotiva o intellettiva, che in quanto tale appartiene all’ego e non all’Io superiore. Ciascuno vede le cose in modo personale, ma se si ritiene che la verità sia costituita dal proprio punto di vista, da estendere a tutti, si diventa dogmatici e si manifesta la tendenza a considerare come assolutamente vere le proprie opinioni, rifiutando quelle altrui come false. Anche le verità scientifiche che assumono punti di vista precisi e vincolanti possono diventare assiomatiche e quindi intransigenti, non permettendo che sia messo in dubbio ciò che affermano. D’altra parte, questi assiomi possono essere rassicuranti per coloro che non si assumono la responsabilità delle proprie scelte.
È altrettanto certo, però, che chi crede di aver trovato la verità solo perché sta investigando al di fuori delle discipline convenzionali manifesta altrettanta presunzione e non è di alcuna utilità all’ umanità.
Ognuno ha una propria realtà, secondo il proprio livello di coscienza, una visione personale che conduce alla possibilità di dialogo e di arricchimento delle parti. Questo mondo è retto dalle verità che ciascuno è in grado di esprimere e sperimentare per raccogliere risultati che, positivi o negativi che siano, sono comunque insegnamenti e aiutano a crescere, per giungere a una verità superiore.
Imporre il proprio punto di vista, correggere e persino consigliare possono condurre a un arresto di crescita della persona che si intende aiutare. Questa modalità appartiene a chi si ritiene superiore, ma superiore è solo colui che, per maggior consapevolezza e comprensione della vita, si lascia compenetrare e plasmare da tutto ciò che esiste, cosciente che si è sempre al contempo maestri e allievi di tutto e di tutti.
Convincere gli altri mette in luce la presunzione di sapere ciò che è bene per loro; gli altri hanno necessariamente un vissuto in parte o del tutto differente dal nostro e hanno bisogno di fare esperienze personali. Quando si suppone di conoscere il bene dell’altro, si rischia di creare confusione, di far nascere turbamenti o addirittura di dare avvio a una lotta tra personalità; ciò che è giusto per uno può apparire una menzogna all’ altro che, non sentendolo vero, lo respinge, a meno che non lo ritenga complementare alle proprie idee e un’occasione di apertura della propria coscienza. Le differenti verità religiose o politiche agiscono in questo modo e, imponendo modelli di comportamento, producono e hanno prodotto nella storia molti nemici e innumerevoli guerre.
Il presuntuoso, come d’ altronde l’orgoglioso, non ama veramente chi gli è vicino ed è facile che si rapporti utilizzando astrazioni: ama l’umanità, ma non i singoli individui, per esempio parenti difficili, vicini impiccioni, amici problematici. Dire di amare l’umanità è un modo comodo per non confrontarsi e per non rischiare niente: un singolo essere umano reale è molto più difficile da accettare e da comprendere che milioni di persone lontane.
L’orgoglioso, quindi, preferisce la solitudine e piuttosto che mettersi in gioco e confrontarsi si allontana ed erige muri, a volte molto spessi e impenetrabili. In realtà l’astrazione è un metodo per evitare gli esseri umani che hanno difetti ma che, proprio per questo, potrebbero essere eccellenti compagni di viaggio nell’ evoluzione.
L’orgoglio ha anche una valenza positiva, perché ci rende fieri di appartenere a un gruppo, a una città, a una nazione, al genere umano, e ci dà la possibilità di credere nella collaborazione e di non vivere più in contrapposizione o in lotta.
I bambini, che per lo più non sono orgogliosi, reagiscono molto bene ai rimedi floreali e, poiché accettano l’aiuto dei fiori senza porre ostacoli e senza farsi tante domande, ottengono risultati eccellenti; i bambini molto semplicemente vogliono stare bene per esprimere gioia.
Sintesi delle proprietà dell’Aquilegia(Aquilegia vulgaris): il rimed...: è consigliato a coloro che per orgoglio e presunzione si considerano superiori. Dona l’umiltà di riconoscere i propri limiti, di sapersi confrontare con gli altri e di apprezzarli.
Disagi: Orgoglio, Presunzione, Senso di superiorità
Benefici: Umiltà, Apprezzamento dell’altro, Capacità di ricevere aiuto